-
luigi17 ha inviato un aggiornamento 2 anni, 5 mesi fa
Buonasera a tutti,
sono un nuovo iscritto. W l’Irpinia!
Una storia, una storia che di rabbia ne ha tanta:
Noi non siamo solo il terremoto dell’ottanta!
2914 anime gridano vendetta
Resta la storia che non è stata detta.
Quella dell’ospedale finta vita, vera gabbia,
che al posto del cemento racconta fine sabbia!
Quella di ville nate da pietre fiacche,
dove altrove per anni s’è vissuto in baracche!
Quella della ricostruzione e dell’abuso perpetuato,
che si nasconde dietro il logo dello scudo crociato.
Noi non siamo solo il terremoto dell’ottanta,
noi siamo una storia…e di storia ce n’è tanta!
Da valli e da colline siamo accarezzati
da laghi e da fiumi veniamo abbracciati,
luoghi che a guardarli fermano le ore
sussurri del Sabato, del Sele e del Calore,
luoghi che fanno nascere infinita emozione
se ci si specchia nell’Ansanto, nel Laceno e nel Dragone.
Noi che sogniamo e parliamo piano
tra un Taurasi, un Greco e un fresco Fiano,
noi che balliamo come un bimbo incantato
sciogliendoci al vento con un caciocavallo impiccato,
accompagnati dall’armonia del giro di gonnella
la sempre presente e incalzante tarantella,
noi che ascoltiamo il sibilo delle montagne
annerendoci le mani con grosse castagne!
Noi che seduti gustiamo nella mano
il bollente respiro del Carmasciano,
e giochiamo a tracannar come strike i birilli
il vortice armonioso degli splendidi fusilli,
che aspettiamo con ansia lo sgomitare
quei giorni quando i carri si devono tirare,
lo sguardo al cielo, la nuvola in gola
la lotta col Diavolo dell’Angelo che vola,
noi che di tradizione carnevalesca ne abbiamo tanta
Noi non siamo solo il terremoto dell’ottanta!
Noi che sussultiamo nelle nostre gole
con la forza unica e graffiante delle nocciole,
sempre accudita, sempre amata
la sottile anima della cipolla ramata.
Noi che del Ravece nemmeno un’oliva si disperde
il nostro unico e prezioso “oro verde”,
noi che cerchiamo la degustazione
di un fine, elegante e morbido torrone.
Noi che c’incantiamo nei forni come tane
a veder lievitare e dorarsi il succulento pane,
restiamo fermi, nessuno è mai stufo
noi che chiudiamo gli occhi all’odore del tartufo,
noi dai quadri appesi nulla è banale,
dipinti di salame: ode al maiale!
Noi che siamo lo pulieio e la migliazza
noi che viviamo intorno ad una piazza
noi che di storia da raccontar ne abbiamo tanta:
Noi non siamo solo il terremoto dell’ottanta!